Storie hot: palle e racchette
Storie hot – Gloria era alla guida mentre la sua immaginazione la distraeva portandola a fantasticare su storie piccanti e racconti eros. Il suo istruttore di tennis ci provava da mesi con lei. Anche a lei sarebbe piaciuto fargli un pompino, anche solo per fargli capire che cosa si stava perdendo.
Si stava recando proprio da lui. L’aveva invitata sulla riva del fiume per una passeggiata, ma probabilmente tutti e due sapevano che quell’uscita si sarebbe conclusa con il suo cazzo sporco nella bocca di lei. Storie sexy non ne aveva mai avute, ed era proprio questo il motivo per il quale credeva che fosse arrivato il momento di una svolta nella sua vita.
Arrivò al parcheggio che aveva concordato e lo trovò già in piedi, da solo I capelli biondi e lunghi nascondevano la fronte, mentre la canottiera lasciava intravedere i suoi pettorali e quei capezzoli che aveva sognato di leccare chissà quante volte prima di convincersi che certe cose potevano succedere solo nelle storie porno.
I pantaloni bianchi mostravano un culo duro come il marmo e sporgente. Allenato da tennis e amici bisessuali. Sì, perché quell’istruttore sbarazzino non si negava proprio alcun piacere nella vita. Gloria scese dalla macchina e si avvicinò per stringergli la mano. Fu a quel punto che lui, senza esitare troppo, la tirò verso di sé e le infilò la lingua in bocca senza lasciarle nemmeno il tempo di parlare.
Allora a volte le storie porno reali non sono solo quelle di PornoTribu, ma possono diventare realtà! Gloria non si lasciò intimorire dall’intraprendenza dell’istruttore, che evidentemente aveva già pianificato la serata in ogni dettaglio.
Subito ricambiò il bacio mentre con la mano destra andava a esplorare sotto la canottiera il petto e gli addominali scolpiti.
Le storie hot che aveva letto tante volte le avevano insegnato che le occasioni vanno colte al volo. Ecco perché non esitò più di tanto intorno all’ombelico ma scese quasi immediatamente nella zona del pube, che notò essere completamente depilato. Meglio così, per una volta non avrebbe dovuto sputare peli.
Vogliosa di cazzo come le protagoniste delle storie piccanti di un film porno, afferrò il membro del suo istruttore come se si trattasse di uno scettro da cui non avrebbe mai più voluto separarsi, e iniziò a muoverlo avanti e indietro, non lasciandosi intimorire dal fatto che era già molto bagnato.
Aveva trascorso notti intere ad aspettare quel momento, e ora nessuno avrebbe potuto fermarla, anche se quel parcheggio non era certo il posto più isolato del mondo. La fortuna, però, sembrava essere dalla sua parte, e non arrivò nessuno a disturbarli. Gloria era davvero orgogliosa di tenere il suo membro in mano e di poter essere lei a decidere come e quando manovrare il suo piacere.
E, prestando attenzione al modo in cui l’istruttore ansimava, doveva trattarsi di un piacere davvero intenso. Mentre la mano frugava nei pantaloni, Gloria agiva con la lingua, passando dalle labbra al collo, e poi da lì fino al lobo dell’orecchio: era come baciare una statua di marmo, con la sola differenza che lei non si sarebbe mai fatta inculare dal David di Michelangelo.
Gloria si era ormai resa conto di aver perso il controllo e che non c’era più niente che la trattenesse: abbassò con decisione i pantaloni del suo istruttore e lo fece sedere sul cofano della macchina, per poi mostrargli la schiena e appoggiare le proprie gambe sulla sua asta dritta e rossa come un peperone.
Con un po’ di fatica la fece entrare in quel buchino a cui pochissimi erano riusciti ad accedere, ma lei ormai era senza freni. Probabilmente se in quel momento fosse arrivato un branco di diciottenni a guardare, li avrebbe invitati a unirsi a loro per bere il piacere caldo di ognuno.
Era lei a tenere finalmente in mano le redini del gioco. La racchetta era quella cosa che aveva tra le gambe. Le palle dell’istruttore erano davvero piene – lo poteva sentire mentre le massaggiava – e questa cosa la rendeva davvero fiera. Mentre la penetrava arrivando a lacerarla, ma facendola gridare come mai le era capitato prima. La baciava sul collo e sulla schiena, tenendola stretta sui fianchi.
Dopo pochi secondi, Gloria e l’istruttore riuscirono a venire. Per di più insieme, scattando e sospirando come se fossero una cosa sola. I suoi pettorali maestosi contro la schiena sudata di lei. Estrasse il membro sporco mentre lei si girò per baciarlo di nuovo: ma a quel punto l’istruttore aveva ottenuto il suo obiettivo, e dopo averle rifilato un paio di schiaffi sulle natiche e altrettanti in volto, ritornò rapidamente in macchina senza degnarsi di salutarla.
“Non presentarti mai più al campo o rivelerò a tutti quello che abbiamo fatto”, le disse con un sorriso sardonico e il collo pieno di succhiotti rossi.